Una grande mela che segna la via

A Marzo a New York aprono i battenti le due più importanti fiere del settore: The Armory Show e The Art Show. Che dettano le linee guida per il mercato internazionale
Benedetta Bagni, Fool Magazine, Febbraio 1, 2011

La Grande Mela, si sa, è una grande appassionata d'arte. E lo si capisce camminando per le sue vie, dove non è raro incontrare gallerie e artisti alla ricerca di qualche collezionista disposto a investire su di loro.

Quando a questo si aggiungono manifestazioni fieristiche dedicate proprio al settore, New York si trasforma in un vero museo che chiama a raccolta esperti, critici e galleristi da ogni parte del mondo.

Accade nel mese di marzo, dal 4 al 6, quando aprirà i battenti The Armory Show. L'esposizione, che ha raggiunto il 13esimo anno di vita, trasforma i moli dell'Hudson River in un luogo d'incontro per i protagonisti della scena artistica internazionale. Anche per questa edizione, la fiera di presenta con un numero crescente di espositori e paesi provenienti e su stima possa accogliere oltre 60mila visitatori di cui un terzo stranieri.

Alcune gallerie, soprattutto quelle di casa, metteranno in scena mostre personali per solleticare probabili acquirenti; le gallerie straniere, invece, si concentreranno quasi sicuramente sulla diversificazione degli artisti, per offrire una vision più ampia a dealer e collezionisti.

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Per capire meglio quale sia la vera atmosfera che si respira a New York in quei giorni, abbiamo intervistato Franco Calarota, fondatore della Galleria d'Arte Maggiore che partecipa ogni anno anno all'Armory Show.

 

Perchè è importante essere presenti all'evento?

Perché New York è il centro del mercato americano, che è molto vasto, e perchè è una città sempre viva dal punto di vista culturale. Nella passata sesta edizione le nostre proposte sono state accolte da un grande e sincero interesse sia da parte dei media, che ci hanno dedicato numerosi articoli e servizi televisivi – persino il New York Times si è scomodato a parlare di noi – sia da parte del pubblico americano. Per questo siamo felici di essere stati invitati a esporre anche quest'anno.

Quali sono le vostre aspettative?

Per noi sarà un successo ottenere nuovamente il consenso e i risultati dell'anno scorso, sia in termini di attenzione dei media, sia di contatti con grandi collezionisti e direttori di musei. I rapporti tra gallerie e musei americani sono un esempio di come le istituzioni e il mercato non solo debbano coesistere, ma possano anche arricchire culturalmente l'intero sistema dell'arte. In Italia siamo ancora molto indietro da questo punto di vista, nonostante la nostra esperienza ci abbia dato anche la possibilità di poter collaborare con direttori illuminati che hanno presagito tali cambiamenti.

Qual è il vostro rapporto con i dealer americani?

Di grande collaborazione che non si esaurisce una volta conclusa la fiera, ma continua e si rafforza nel tempo. Abbiamo riscontrato molta professionalità e quella tipica concretezza che caratterizza il popolo americano.

Quali sono i mercati più interessanti su cui puntare?

Se New York e gli Stati Uniti rappresentano un mercato molto importante, il nostro interesse è rivolto anche verso l'Oriente. Il continente asiatico è quello da osservare con più attenzione per le nuove e interessanti opportunità che può offrire sotto entrambi gli aspetti: il mercato e la cultura.

Quali sono i maggiori punti di forza di una manifestazione come Armory Show rispetto ad una fiera europea?

Le grandi dimensioni del mercato che può offrire. L'armory Show a New York attira un collezionismo che ha interessi concreti e che proviene non solo da tutti gli Stati Uniti, ma anche dall'Europa e dall'Asia. A questo si aggiunge una vivacità culturale che non si riscontra ovunque, grazie alla capacità di far partecipare direttori di musei e personalità di rilievo del mondo della cultura interessati a stringere rapporti di lavoro. Un aspetto fondamentale per una galleria come la nostra, da sempre impegnata a collaborare con musei e istituzioni per la realizzazione di rassegne importanti.

Che cosa pensate della situazione del mercato dell'arte di oggi e quali sono le prospettive per il futuro?

La parola chiave è “qualità”. Quello che ci troveremo davanti, e che anzi è già un processo in atto, è un mercato sempre più selettivo e sempre più attento alla qualità degli artisti e delle opere presentate e non ai nomi di “moda”, a cui in questi anni si è attribuita fin troppa importanza e che sono destinati a passare in secondo piano, così come gli aspetti più frivoli. Del resto la storia dovrebbe averci già insegnato qualcosa.

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