Morandi in chiaroscuro: le incisioni in Mostra

Rachele Ferrario, Corriere della Sera, Gennaio 4, 2011

Vi sono pittori per cui l'incisione rappresenta una via secondaria, e quasi di campagna, un modo di prendersi le vacanze dalla pittura: altri per cui l'incisione diviene il fulcro stesso della forma pittorica. Se di questi ultimi Rembrandt fu il principe, è fra questi che si schiera anche Morandi”. Sono le parole di Cesare Brandi, amico e collezionista di Morandi, cui fin dal 1942 dedica un saggio. Alle incisioni del maestro bolognese è dedicata la mostra alla Galleria Maggiore con una quarantina di opere realizzate tra il 1912 e il 1961. 
La trasfigurazione “del visibile” - come amava dire Morandi – nella bicromia del bianco e nero e nelle variazioni del chiaroscuro trova conferma del suo mondo pittorico: fu lui stesso nella Biennale di Venezia del '27 a voler esporre più incisioni che dipinti e ad accettare poi la cattedra di incisione all'accademia della sua città. Per lui la tecnica incisoria era un linguaggio: lo dimostra la predilezione per l'acquaforte che, con l'uso del bulino, scalpello sottile con la punta in acciaio, non ammette ripensamenti e impone una disciplina zen. 

Giorgio Morandi. Le ragioni della forma. Acqueforti 1912-1961, Galleria d'Arte Maggiore, fino al 5 febbraio.

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