Andy Warhol

Galleria d'Arte Maggiore / Bologna
Fabiola Naldi, Flash Art, Dicembre 30, 2015

La nuova stagione espositiva della Galleria d'Arte Maggiore si apre con tutti i crismi della “responsabilità” storica artistica. Una monografica su e di Andy Warhol realizzata come pretesto ideale per la creazione di nuovi ipertesti. Si è scelto in questa occasione di esporre alcuni dei suoi interventi fondamentali, ma anche di evidenziare una precisa volontà espositiva e curatoriale. Decidere di esporre uno dei padri della storia dell'Arte del Novecento significa però addentrarsi entro i meandri culturali delle singole opere esposte ma anche, e soprattutto, ripercorrere il passato osservando il presente e “sbrinciando” il futuro. I due curatori, Franco e Roberta Calarota, partono dal maestro della Pop Art con la forte esigenza di tracciare i punti salienti del nostro passato visivo culturale, avendo presente come una presenza di tale portata possa alimentare la nostra attualità, sia dal punto di vista dell'osservazione scientifica sia dal punto di vista strettamente commerciale. Questo, viene da aggiungere, dovrebbe sempre essere il lavoro di una galleria impegnata sul doppio versante di operatore culturale ma anche di operatore economico.

Operazione molto chiara anche allo stesso artista che agisce direttamente sul tessuto culturale occidentale, addentrandosi in ogni ambito del reale immaginario, sbilanciandosi continuamente fra una smaccata asserzione al potere mediatico dell'epoca vissuta e fra un più sottile quanto impegnata attitudine allo “svelamento e “rivelamento” di un insieme di realtà sociali tanto affascinanti quanto controverse. Scegliere Andy Warhol in questo momento, ed esporre il suo rapporto con la cultura visiva più largamente intesa, dalla musica, alla moda, al cinema, traslando il tutto attraverso la fitta trama della riproposizione estetica, permette non solo un lungo viaggio nella memoria collettiva, nel nostro più comune immaginario, ma anche accentua i tratti sostanziali della storia dell'arte del XX secolo, a quasi trent'anni dalla morte dell'autore.

56 
di 91