Joseph Beuys (1921 - 1986) è stato tra gli artisti più influenti e rivoluzionari del Novecento. Con la sua arte e la sua pratica artistica, Beuys ha precorso temi e riflessioni più che mai attuali: il rapporto tra uomo e Natura, ecologia, pace, arte intesa come impegno sociale e ricerca spirituale. Personaggio atipico rispetto alle correnti artistiche, la sua attività sfugge a qualsiasi canonica definizione - si è cercato di inserirlo ora nel Minnimalismo, ora nell'Arte Povera, prima tra le file dei Performers e poi tra quelle degli artisti concettuali - Beuys è riuscito a vestire se stesso di arte, ponendosi all'interno dell'opera stessa, evidenziando così il potere antropologico di tutta l'arte. Il bisogno di parlare, comunicare, di esprimersi con qualsiasi mezzo, ha trovato piena risposta nel lavoro della sua intera vita e nelle sue performance, o Aktionen, come le definiva, in cui utilizza innovativi espedienti espressivi e materiali peculiari: celebre è la sua predilezione per il grasso e il feltro, elementi che si collegano alla sua intricata narrazione autobiografica e che ricorrono in tutta la sua produzione artistica. Essere un artista significava per Beuys condurre un'esistenza insieme ad altri, ricercando in un rapporto di fraterna collaborazione quella "elementare e profonda comprensione per ciò che avviene sulla terra", perché ciò che avviene nel nostro mondo, avviene anche dentro di noi.

Nato in una piccola cittadina al confine olandese della Germania, Beuys cresce nel clima oppressivo del periodo Nazista. Da bambino mostra un'interesse e una vocazione per le scienze naturali, ma crescendo prova una forte fascinazione per le arti, e specialmente per la scultura. Tuttavia, allo scoppiare della guerra, decide di iscriversi alla facoltà di Medicina, abbandonando le proprie inclinazioni. Nel 1941 si arruola nella Luftwaffe e viene addestrato come operatore radio in volo. Nel '43 avviene l'evento che maggiormente segna la sua vicenda personale: durante una missione militare in volo sopra la Crimea, l'aereo su cui si trova precipita. Lo schianto provoca la morte del pilota e lascia Beuys gravemente ferito alla testa. Per dodici giorni Beuys rimane in uno stato di semi-incoscienza, fino a risvegliarsi in un ospedale militare tedesco. Negli anni racconterà di essere stato soccorso, dopo lo schianto, da alcuni nomadi tartari, di essere stato accolto in una delle loro tende e curato per otto giorni con impacchi di grasso animale e feltro, materiali poveri ma utili a lenire le gravi ferite al capo. L'episodio penetra nel subconscio di Beuys e diviene un'inarrestabile forza generativa che si declinerà in tutta la sua successiva produzione. Oggi molti mettono in discussione la veridicità dell'accaduto, ma il cosiddetto "Mito Tartaro" rimane fondamentale nella narrazione della costruzione della personalità artistica di Beuys.

 

Alla fine della guerra, dopo aver trascorso alcune settimane in un campo di prigionia degli Alleati, Beuys decide di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Dusseldorf e inizia a studiare scultura sotto gli insegnamenti di Ewald Matarè. In questi anni amplia la sua formazione intellettuale, prediligendo la lettura di autori romantici come Schiller e Novalis, ma anche Joyce; viene inoltre profondamente influenzato dalle teorie antroposofiche di Rudolf Steiner. Continua inoltre e coltivare il proprio amore per la Natura assistendo Heinz Sielmann, che era stato suo istruttore nell'esercito, nella realizzazione di documentari naturalistici. 

 

Nel 1961 ottiene la cattedra di scultura all'Accademia di Dusseldorf; nell'anno successivo comincia una fruttuosa collaborazione con Fluxus, un gruppo di artisti neo-Dada, provenienti da vari ambiti, che propongono forme d'arte estremamente innovative, focalizzandosi non tanto sull'opera in sé, ma sul processo creativo. A partire da questo importante incontro, Beuys inizierà a cimentarsi nelle sue prime Aktionen, le sue prime performance. Di questi anni la più celebre è sicuramente Come spiegare la pittura a una lepre morta, avvenuta a Dusseldorf nel 1965, emblematica per la sua densità simbolica e la cerimoniale ritualità dei gesti. Dell'anno dopo è Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda (ora nella collezione del Centre Pompidou di Parigi); in entrambe le performance Beuys si serve del feltro, che diviene assoluto protagonista in opere come Abito in feltro (1970, nella collezione della Tate di Londra) e La slitta (1969), in cui viene utilizzato anche il grasso, elemento centrale di Sedia con grasso, del 1964. 

 

La collaborazione con Fluxus dura pochi anni, ma Beuys non abbandona il medium dell'Aktion, che diviene un strumento di grande efficacia nell'affermazione di istanze politiche e sociali: gran parte della produzione artistica di Beuys, infatti, sarà indistricabilmente legata a una certa militanza politica, che giunge all'apice nel 1980, quando diviene uno dei fondatori del Partito dei Verdi. La tematica dell'ecologia è certamente cruciale per l'artista (esemplare, in questo senso, è l'opera 7000 querce, realizzata a Kassel in occasione di Documenta 7 e terminata dopo la morte di Beuys), ma anche il problema del diritto alla formazione. Nel 1967 fonda il Partito Tedesco degli Studenti, rispondendo alla richiesta di alcuni suoi allievi di essere ascoltati e rappresentati. Nel 1972 si appella direttamente al direttore dell'Accademia di Dusseldorf e riesce a far ammettere agli studi 142 giovani che non avevano superato le selezioni. Nello stesso anno, però, date le sue posizioni radicali, Beuys viene allontanato dal suo posto di insegnante. Fonda allora l'Università Libera Internazionale per la Creatività a la Ricerca interdisciplinare, con sedi di fortuna sparse in tutta Europa. In generale, è fondamentale per Beuys che l'arte sia resa accessibile e possa essere fruita da tutti: "Every human being is an artist" è una delle sue più famose affermazioni. Va intesa come una celebrazione della creatività intrinseca e innata dell'essere umano, in questo senso da intendersi come "artista". Ognuno può rendersi parte di un processo creativo che, secondo Beuys, ha il potere di sovvertire e rivoluzionare l'ordine prestabilito, con tutte le sue limitazioni e mancanze, specialmente evidenti nella Germania del periodo post-bellico, devastata e lacerata. Ciascun individuo ha la possibilità di modificare la struttura delle relazioni interne alla società utilizzando tutti i mezzi creativi ed espressivi che ha a disposizione: in questo senso Beuys parla di Soziale Plastik, "scultura sociale".

 

È quindi molto comprensibile la sua scelta di produrre opere in multipli. Essi fungono da amplificatori per le sue imprese attivistiche, come vettori che facilitino la propagazione di messaggi politici, ma incarnano anche l'ideologia di un'arte "democratica", disponibile e fruibile a quante più persone possibili. L'opera 2 Shafskopfe ("2 teste di pecora") è stata realizzata in 90 esemplari tra il 1961 e il 1975 e uno di questi fa parte della collezione della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. L'olio su carta è forato al centro; in controluce sono visibili due forme i cui contorni suggeriscono le teste di due pecore, delineate sul nero della pittura con del grasso animale. La scelta dell'ovino non è sorprendente, data la consistente quantità di opere di Beuys in cui appaiono animali. Ad esempio, la già citata Come spiegare la pittura a una lepre morta, ma anche l'Aktion I like America and America likes me (1974, Galleria Renè Block di New York), in cui Beuys si fa chiudere in una gabbia assieme a un coyote: l'uomo si avvolge attorno un grande pezzo di feltro, a protezione; con pochi strumenti a disposizione, passa tre giorni a contatto con l'animale, cercando di conquistarne la fiducia. La scelta di rappresentare la pecora si lega all'immaginario che la accompagna: rimanda a un sodalizio tra uomo e animale, una convivenza reciprocamente benefica, ma anche a simbologie bibliche ed evangeliche, in cui i fedeli vengono spesso metaforicamente chiamati con il nome dell'animale. Il buco nella carta si trova proprio in corrispondenza di una delle teste di ovino - una ferita circondata da quello stesso grasso che aveva curato le lesioni dell'artista nel suo rovinoso incidente aereo - ed è rimarginato nel doppione che le sta accanto. Joseph Beuys si distingueva anche per questo dettaglio: sulla testa portava sempre un cappello di feltro, memoria attiva di un materiale massimamente terapeutico, insieme al grasso, a contatto con la pelle.

 

Joseph Beuys ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1976 e nel 1980 e ha preso parte a Documenta a Kassel nel 1982. Nel 1979 è stata organizzata una sua retrospettiva al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Negli anni gli sono state dedicate mostre in tutto il mondo, tra cui quelle al Seibu Museum of Art di Tokyo, alla Tate Liverpool, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia a Madrid, al Centre Pompidou di Parigi, alla Tate Modern di Londra, tra le altre. Oggi le sue opere sono conservate nelle collezioni di importanti istituzioni museali internazionali, tra cui la Tate (che possiede, fra l'altro un esemplare di 2 Shafskopfe), il MoMA di New York (che possiede una prova di artista di "Painting Version" presente nella collezione della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m.), il Centre Pompidou di Parigi.