Entrare nella Galleria Maggiore di Bologna nel tardo pomeriggio di un lunedì di fine luglio, mentre fuori la vampa del caldo tutto avvolge, provoca una sorta di spaesamento. Non c'è alcuna traccia di una chiusura imminente, di un “summer break” che pure anche la Maggiore osserverà: alle pareti ci sono ancora le opere della mostra personale di Sandro Chia, “Andare Oltre”; negli uffici, dove troviamo attivi Franco e Roberta Calarota, la figlia Alessia, Francesca e Isotta al computer, si respira un'atmosfera di fervore, una corrente di energia. Subito i Calarota cominciano a parlare, con giovanile entusiasmo, dei loro progetti futuri, nei quali sempre si coglie l'evidente aspetto commerciale ma pure la dimensione culturale. La crisi generale dell'economia non viene sottovalutata, ma qui si sta cercando di uscirne cogliendo le opportunità e le sfide che la situazione propone, ridefinendo scelte e strategie. Sappiamo che la Galleria Maggiore ha da qualche anno compiuto la scelta di darsi un profilo internazionale, sia per il tipo di artisti di cui si occupa sia per la presenza in alcune delle grandi fiere di riferimento, sia, infine, per la capacità di collaborare a organizzare mostre per spazi espositivi pubblici (si chiude il 30 settembre, al Centro Saint-Bénin di Aosta, la mostra “Giorgio de Chirico. Il labirinto dei sogni e delle idee”).
La Galleria Maggiore apre la prossima stagione espositiva il 20 settembre, con una mostra antologica dedicata a Roberto Sebastian Matta (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002), nel centenario della nascita e nel decennale della morte: con lui i Calarota avevano intrattenuto un rapporto continuativo di stretta collaborazione per quindici anni. Di Matta, del quale mai si può dimenticare la grande influenza che ebbe, quando si rifugiò negli Stati Uniti, su artisti quali Pollock e Gorky, vengono presentate 40 opere, realizzate dagli anni Cinquanta in poi (dipinti, sculture, ceramiche), nelle quali emerge il vitalismo visionario di un artista che dipinge un cosmo in perenne tumulto, agitato dalla metamorfosi e abitato da esseri mutanti. Nel gennaio 2013, poi, la Galleria maggiore collaborerà strettamente con la Estorick Collection of Modern Art di Londra, diretta da Roberta Cremonini, a una grande mostra di Giorgio Morandi (settanta tra acquerelli, disegni e incisioni), alla quale si affiancherà un'esposizione di fotografie di Nino Migliori (Bologna, 1929), “I luoghi di Morandi”, nelle quali questo geniale indagatore delle possibilità offerte dal mezzo fotografico, dei procedimenti tecnici e dei materiali che a esso sono legati, ha catturato i paesaggi dell'Appennino bolognese (Grizzana e i luoghi vicini) dipinti da Morandi. Le immagini di Migliori partono da fotografie polaroid, sulle quali lui è intervenuto nei momenti successivi allo scatto, mentre l'immagine s'andava formando, per ottenere cupi segni neri e mutazioni dei colori che modificassero ed esaltassero la visione originaria. Successivamente, le immagini sono state scansionate e ristampate nel formato che ora viene presentato in mostra.
Dopo la partecipazione, l'anno scorso, ad Art Basel, con un memorabile stand di dipinti di Morandi, quest'anno alla Fiera di Hong Kong, con uno stand di opere di Morandi e di Chia, la Maggiore sarà in ottobre alla Frieze Masters di Londra, una nuova rassegna con 90 importanti gallerie da tutto il mondo, nel marzo 2012 all'Armory Show di New York (Franco Calarota è entrato a far parte del Comitato di selezione della Fiera) e nel maggio dello stesso anno ancora alla Fiera di New Hong.
Roberto Sebastian Matta, dal 20 settembre
Galleria d'Arte Maggiore, via d'Azeglio 15, Bologna
tel 051 235843, www.maggioregam.com
