Roberto Sebastian Matta (Roberto Sebastian Antonio Matta Echaurren, Santiago del Cile 1911- Civitavecchia 2002) una vita da romanzo: amante dell'arte e delle donne, cittadino del mondo con un'esistenza spesa tra il Cile, Parigi, New York e l'Italia, definire l'arte di Matta significherebbe porre un limite alla sua attualità. Moderno Ulisse, come lui stesso si definiva per il desiderio di varcare sempre nuovi confini non solo geografici, ma anche esperienziali, parlava molte lingue (spagnolo, francese, inglese, italiano) mescolandole in un linguaggio tutto suo. Dal punto di vista di una biografia accademica si potrebbe dire che Matta è stato il grande protagonista del tardo Surrealismo, che con la sua opera non solo ha aperto la strada all'Espressionismo Astratto americano, ma ha esercitato e continua ad esercitare, un'importante influenza sugli artisti contemporanei.


Dopo la laurea in architettura all'Universidad Católica di Santiago del Cile, si trasferisce a Parigi per lavorare nello studio di Le Corbusier (1934) e durante un viaggio a Madrid, dove assiste alla creazione di Guernica di Picasso, conosce Federico Garcìa Lorca, che lo mette in contatto con Salvador Dalì a sua volta tramite per l'incontro con André Breton, che nel 1938 lo invita a partecipare all'Exposition International du Surréalisme, segnando il suo battesimo all'interno del movimento. In quello stesso anno inizia a dipingere a olio, realizzando una serie di paesaggi fantastici che definisce inscapes, paesaggi interiori, o morphologies psychologiques in cui adotta la tecnica dell'automatismo, dove le macchie di colore stese sulla tela, indirizzano il tracciato del pennello in un'improvvisazione gestuale, che diviene costruzione formale di architetture mentali che aprono spazi oltre il visibile. Seguendo l'esodo di altri artisti, all'inizio del 1939 si trasferisce a New York con Ann Clark, un'americana sposata l'anno precedente da cui nel 1943 avrà due gemelli, tenuti a battesimo dall'amico Marcel Duchamp e di cui uno dei due diventerà uno dei più influenti innovatori della scena artistica newyorkese negli anni Settanta: Gordon Matta-Clark. A New York l'opera di Matta, che espone alla Julien Levy Gallery (la prima personale è del 1940), alla Pierre Matisse Gallery e alla famosa Art of this Century di Peggy Guggenheim, e la sua figura carismatica, attirano subito l'attenzione di un gruppo di giovani della cosiddetta New York School di cui fanno parte, tra gli altri: Jackson Pollock, Mark Rothko, Robert Motherwell, Arshile Gorky, Willem de Kooning. Ed è proprio portando all'estremo quel gesto automatico caratteristico dell'opera di Matta, che questo gruppo creerà un linguaggio di rottura con la tradizione europea, fondando il primo movimento americano: l'Espressionismo Astratto. È durante questi anni che l'esigenza di vedere dentro se stessi, e quindi inscape, viene sostituita dall'esigenza di essere con gli altri e nascono le sue morfologie sociali che segnano un ritorno a un'elaborazione di stampo figurativo e un'attenzione rivolta ai contenuti legati alla società contemporanea. Dopo che i rapporti con i newyorkesi si rompono in maniera irreparabile a causa di una presunta relazione clandestina con la moglie di Gorky che porta al suicidio di quest'ultimo, e respinto dai Surrealisti si trasferisce a Roma (1949) dove incontra Angela Faranda, da cui avrà il figlio Pablo (1951) artista a sua volta e tra i protagonisti della contro cultura italiana con il nome di Pablo Echaurren. Nella capitale italiana entra in contatto con gli artisti del periodo, tra cui: Afro, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Leoncillo, Renato Guttuso, Antonio Corpora, Giulio Turcato, Piero Dorazio, mentre a Milano avrà modo di frequentare gli spazialisti, capitanati da Lucio Fontana. In questi anni elabora la visione definita da Matta stesso del cubo aperto, che gli consente di aprire la realtà proprio come un cubo, in modo da far vedere come ciò che percepiamo del mondo fisico sia inglobato o contraddetto da ciò che pensiamo. Nei quadri realizzati con questo procedimento, opposto a quello della prospettiva tradizionale, mette in evidenza la contraddizione delle apparenze, il contrasto tra ciò che si vede e ciò che si pensa, e apre la porta verso una nuova dimensione. L'intento è quello di creare una nuova prospettiva in cui lo spazio delle distanze, venga sostituito dallo spazio del significato. A questo obiettivo si aggiunge quello di dipingere l'uomo con i suoi problemi, facendo assumere all'artista il ruolo di inventore di nuovi miti. Nel 1954 si trasferisce di nuovo a Parigi, con la nuova compagna Malitte Pope da cui avrà due figli. Nel 1956 viene chiamato a realizzare una pittura murale per il palazzo dell'Unesco a Parigi, mentre nel 1957 il MoMa - Museum of Modern Art di New York gli dedica una mostra personale. Narratore per immagini, la cui iconografia visionaria oscilla tra culture primitive e avvenire, scienza e mito, storia e cronaca, Matta realizza cicli di grandi tele improntati a un'epica di impianto cosmologico, in cui raffigura l'evoluzione delle specie, la trasformazione della natura dall'infinitamente piccolo della cellula all'infinitamente grande della galassia, l'universo della mente, nonché il mondo contemporaneo con intenti satirici o di denuncia sociale. Al termine degli anni Settanta incontra Germana Ferrari, da cui ha una figlia e con cui si trasferisce prima a Londra, poi a Parigi, poi in un vecchio convento disabitato in Italia, vicino a Tarquinia.

Negli anni della maturità, mentre la sua opera è esposta in tutto il mondo, Matta ha avuto modo non solo di realizzare opere grandi quanto uno schermo cinematografico, ma anche di sviluppare la sua interdisciplinarità, creando mobili, oggetti d'uso quotidiano e sculture in cui il mondo totemico dell'arte primitiva, le suggestioni delle antiche civiltà americane e di quelle orientali si traducono in figurazioni antropomorfe, ieratiche e meccaniche.

Durante la seconda metà del XX secolo Matta ha tenuto mostre in tutto il mondo dall'Europa all'America settentrionale e latina, arrivando anche in Asia. Oltre all'importante retrospettiva al MoMa - Museum of Modern Art (1957), si ricorda anche quella al Centre Pompidou di Parigi (1985). Le sue opere sono conservate in importanti collezioni museali, tra cui: Solomon R. Guggenheim e MoMa - Museum of Modern Art di New York, Tate London, Musée National d'Art Moderne de la Ville de Paris, Centre Pompidou. L'attuale record d'asta per Roberto Sebastian Matta è stato registrato dall'opera La révolte des contraires (1944) da Christie's New York nel maggio 2015 per 5 milioni di dollari.


Franco e Roberta Calarota, fondatori della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., hanno avuto uno stretto rapporto di amicizia e professionale con Matta, iniziato all'epoca del suo trasferimento in Italia sul finire degli anni Settanta. In un bel testo (contenuto nel catalogo D. Eccher, F. Calarota, Matta: Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren catalogo Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., Silvana Editoriale, 2013) Franco Calarota ricorda: «ho conosciuto Roberto Sebastian Matta, Sebastian per gli amici, pochi anni dopo il suo arrivo in Italia e ricordo con piacere le lunghe chiacchierate alla Bandita, un ex convento alle porte di Tarquinia, dove alle pareti dello studio erano appese le grandi tele che stava dipingendo e fuori le sue sculture dai richiami etruschi che custodivano il giardino». Della sua opera la galleria possiede parte dell'estate e ha organizzato diverse esposizioni dagli anni Ottanta ad oggi nella sua sede di Bologna, ma anche in spazi istituzionali come la mostra realizzata con il patrocino della Regione Umbria a Palazzo dei Sette di Orvieto (catalogo E. Mascelloni, M. Clarac-Séroux, Matta, Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. 2002). Nel 2013 Franco Calarota ha realizzato il sogno di Matta di vedere le sue opere esposte con quelle dei figli: Gordon Matta Clark, figura di spicco dell'arte americana contemporanea, e Pablo Echaurren, promuovendo con la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. l'esposizione a cura di Danilo Eccher Matta: Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren (catalogo Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., Silvana Editoriale, 2013) tenutasi in contemporanea alla 55. Esposizione Internazionale di Arte - La Biennale di Venezia alla Fondazione Querini Stampalia, in cui le opere dialogano tra loro, essendo tutti e tre accomunati dalla visionarietà del gesto creativo e dalla dimensione sociale delle loro narrazioni. Nel 2015 la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. ha permesso la realizzazione dell'evento ufficiale collaterale alla 56. Esposizione Internazionale di Arte - La Biennale di Venezia di un'originale e personale mostra di sculture nel Giardino di Palazzo Soranzo Cappello di Venezia (F. Gualdoni, A. Calarota Matta. Sculture, Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. - Silvana Editoriale, 2015).