La Gam tra Chia e Parigi

Colloquio con Franco Calarota, anima con Roberta e Alessia della Galleria d'Arte Maggiore di bologna
Lorenzo Paolini, Inside Art, Febbraio 1, 2012

La storia.

tutto inizia nel '78.

La Galleria d'arte Maggiore nasce nel 1978. Franco e Roberta Calarota dopo aver partecipato all'avventura della galleria Nettuno che faceva parte di un trittico di spazi dislocati tra Bologna, Roma e Firenze, con altrettanti soci che gestivano le rispettive sedi, rilevano le altre quote e fondano la Gam, con sede presso l'omonima piazza bolognese.
Galleria d'arte Maggiore, via Massimo D'Azeglio 1 5, Bologna.
Info: 051235843,
www.maggioregam.com.

Dal 1978, a Bologna, sono un punto di riferimento per gli amanti e i collezionisti d'arte: stiamo parlando di Franco e Roberta Calarota e della loro lunga attività, tanto artistica quanto familiare, di galleristi. Un'importante collezione permanente, con una forte vocazione internazionale e una vivace attività ln giro per il mondo, che li vede operare sia sul fronte del mercato, tramite mostre nelle principali fiere d'arte, sia sull'aspetto culturale attraverso le collaborazioni con alcuni dei più importanti musei italiani e stranieri. Questi sono i punti di forza dell'attività della GalIeria d'arte Maggiore che di recente ha visto la nomina di Franco Calarota nell'advisory committee dell'Armory show, la storica fiera newyorchese, e li ha spinti ad aprire uno studio di consulenza a Parigi, a cui seguirà l'apertura di uno spazio espositivo sempre nella capitale francese. A lui abbiamo chiesto di raccontare l'esperienza della Gam, proprio a partire dalla sua proiezione internazionale. "All'estero — afferma — abbiamo rapporti consolidati ormai da molti anni con collezionisti stranieri e da qui nasce l'esigenza di partecipare a importanti fiere internazionali come Art Basel, Abu Dhabi art, Art Colonia, the Armory show a New York. Quest'anno siamo tra le gallerie selezionate per la prima edizione della fiera di Hong Kong, acquisita dalla stessa società che gestisce Basilea e Miami. Se partecipare alle fiere ci permette di potenziare la nostra presenza sul mercato, le collaborazioni con le grandi istituzioni straniere sviluppate nel rispetto reciproco dei ruoli, come quella decennale con il Musée d'art moderne de la ville a Parigi o il Reina Sofia a Madrid, solo per citare qualche esempio, sono un aspetto imprescindibile e un'ulteriore garanzia della qualità del nostro lavoro".

Come nasce la Galleria d'arte Maggiore?

"Con mia moglie Roberta abbiamo fondato la galleria alla fine degli anni Settanta, dopo aver acquisito esperienza in campo artistico e in un momento in cui si avvertiva un rinnovato interesse nel settore culturale da parte delle istituzioni nate in quel decennio. Ma da subito ci siamo resi conto dell'assenza in Italia di un corretto mediatore tra le proposte più spiccatamente culturali e l'appassionato che in quegli anni iniziava ad avvicinarsi al settore dell'arte e si sarebbe poi trasformato in collezionista. La nostra galleria si è caratterizzata fin dagli esordi come un punto di incontro e di mediazione tra il collezionista, il critico e l'artista. Con orgoglio possiamo confidare che alcuni dei nostri clienti di oggi sono i figli di quegli stessi collezionisti, in molti casi diventati amici, che sono cresciuti con noi”.

Quali artisti trattate maggiormente?

Tutti gli artisti del XX secolo, nazionali e internazionali. Tra i nomi più richiesti ci sono Balla, Severini, Magritte, Fontana, Léger, Braque. Ma negli anni siamo diventati un punto di riferimento per alcuni maestri del Novecento come Morandi e De Chirico, anche se ovviamente ci occupiamo anche di altri, con promozioni e manifestazioni a livello internazionale".

E i progetti sugli artisti contemporanei?

"Di certo non mancano, ma ci tengo a citarne tre in particolare. Uno è Roberto Sebastian Matta con cui abbiamo avuto un rapporto diretto, iniziato quindici anni prima della sua scomparsa, seguendolo e sostenendolo sia sul mercato italiano che su quello internazionale, con grandi mostre e con i collezionisti. Una scelta che si è riveIata giusta dal momento in cui l'interesse sulla sua opera è in continua crescita anche all'estero. Robert Indiana, poi, rappresenta la nostra anima pop: con le sue sculture monumentali abbiamo organizzato una mostra pubblica per le strade di Cortina d'Ampezzo un paio di anni fa. Non posso anticipare molto ma sentirete parlare di nuovo di lui in Europa, a breve. E poi Sandro Chia, che si inserisce perfettamente nel rinnovato interesse sul fronte internazionale dell'arte per la figurazione e nell'attuale ritorno della Transavanguardia nei musei italiani come per l'esposizione a palazzo Reale a Milano, preceduta da una mostra monografica al Museo internazionale della ceramica di Faenza. In questi mesi è possibile visionare molte delle opere esposte in quell'occasione proprio tra gli spazi della nostra galleria. A Sandro Chia dedicheremo anche il nostro stand alla fiera di Hong Kong, a maggio".

Come valuta Bologna e l'Italia da un punto di vista artistico e culturale?

"E un tema delicato, la crisi economica sta mettendo a dura prova il nostro paese, ma dal punto di vista culturale noto un rinnovato fermento. Gli artisti italiani dal lato meramente artistico non hanno nulla da invidiare a quelli stranieri, caso mai è il nostro sistema istituzionale e privato che non investe abbastanza sui giovani, sia economicamente che culturalmente. Musei diretti da giovani direttori come il MAMbo non hanno i mezzi di quelli stranieri più importanti, ma nel loro piccolo propongono anche mostre interessanti. Un museo come quello di Palazzo Fortuny a Venezia grazie alla guida di Daniela Ferretti è riuscito a imporsi sulla scena internazionale con esposizioni innovative e di qualità, senza grandi finanziamenti. Il successo di una fiera come Artissima a Torino dimostra che in Italia è ancora possibile fare mercato se alle gallerie viene dato lo spazio e l'importanza che meritano. Da questi esempi bisognerebbe partire per costruire il futuro".

Cosa è cambiato nel collezionismo e nell'attività delle gallerie?

"Non posso parlare in generale, perché credo che ogni caso sia diverso, ma per quello che ci riguarda devo dire che negli anni la nostra attività si è trasformata molto ed è tuttora in continua evoluzione. Il segreto sta nell'anticipare quello che sarà e per questo sono felice che mia figlia Alessia abbia assunto dal settembre 2011 la direzione della nostra galleria. Lavorare insieme ci permette di unire all'esperienza consolidata, mia e di Roberta, una visione più in linea con i nostri giorni. Credo che la nostra forza maggiore sia proprio la famiglia che garantisce il giusto equilibrio tra tradinone e Innovazione, nonché continuita nelle scelte, da sempre fondate su parametri di qualità, sostanza, stabilità e concretezza. Poi, certamente, le regole sono cambiate e se agli inizi io e mia moglie giravamo di città in città, oggi il mercato è diventato globale. Prendiamo l'innovazione degli ultimi dieci anni come internet, ad esempio, che se da un lato mette l'utente davanti a un numero spropositato di informazioni, tra l'altro non sempre corrette, sull'arte e sul mercato, dall'altro permette di essere visibili e far conoscere la propria attività anche chi è molto lontano, sia geograficamente che culturalmente. E proprio per gestire tutte queste informazioni, per orientare il gusto, credo fortemente che sia ancora più importante di prima avere di fianco un esperto, un mediatore come il gallerista che possa consigliare il collezionista, come succede all'estero".

Quindi lei non pensa, come molti suoi colleghi, che il mestiere del gallerista sia in crisi?

"Al contrario sostengo che mai come oggi c'è necessità di noi galleristi. Bisogna ricordare a tutti che una buona fetta del sistema dell'arte si basa su di noi. Una fiera a cui non partecipano gallerie di qualità perde d'importanza. Un artista che vende direttamente al collezionista perde il suo valore sul mercato. Un collezionista che pensa di acquistare l'opera non a prezzo pieno, svaluta la quotazione dell'artista su cui investe. Noi galleristi siamo i garanti di questo sistema e non le case d'aste che, seppure importanti, non hanno la possibilità di far circolare gli artisti e le opere come noi".

 

Le opere in Galleria.

Maestri del 900

 Giorgio Morandi (1) Natura Morta, 1960
Filippo De Pisis (2) Natura Morta con stampe, 1928 

Giorgio de Chirico (3) Piazza d'Italia con Arianna, 1964

Sebastian Matta (4) Senza Titolo, 1959

 

LA FAMIGLIA CALAROTA. 

UN'AVVENTURA DI VITA E LAVORO

Franco (Bazzano, Bologna, 4 novembre 1945) e Roberta Calarota si sono conosciuti ai tempi del liceo, dove è nata la loro passione per l'arte e dove è cominciata un'avventura di vita che li ha portati anche a lavorare insieme. La figlia Alessia eredita dai genitori l'amore per questa professione: laureata in lettere e specializzata in storia dell'arte, oggi è direttrice della Galleria d'arte Maggiore che gestisce insieme ai genitore in un perfetto connubio tra tradizione e innovazione, aprendo anche una nuova strada verso gli artisti contemporanei.

 

La mostra

"Andare Oltre".

L'esposizione in corso alla Galleria d'arte Maggiore vuole omaggiare una degli artisti più Importanti della Transauanguardia Italiana e uno dei più celebrati e quotati a livello internazionale: Sandro Chia. La mostra, dal titola Andare oltre, ripropone il percorso artistico di Chia attraverso un'accurata selezione di opere storiche e recenti che illustrano in maniera esaustiva l'intera ricerca del maestra. Inoltre, per la prima volta nel prestigioso spazic bolognese, saranno presentate anche le raffinate opere in ceramica realizzate in occasione della mostra Sandro Chia, ceramica vs disegno 1 :0. Fino al 1 5 aprile.

 

Sandro Chia, Cornice, 2011

 

"C'È NECESSITÀ DI NOI GALLERISTI BISOGNA RICORDARE A TUTTI CHE UNA BUONA FETTA DEL SISTEMA DELL'ARTE SI BASA SU DI NOI"

 

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